Rocco Lancia dipinge pennellata su pennellata, infinite passate di colore per rendere brillante e lucente quel volto di donna, sempre lo stesso, che lo ossessiona da sempre. Forse il volto della madre, o di un’amante sognata e mai posseduta, un amore perduto o un sogno ancora da realizzare. Una donna che incanta, fissata in un attimo di tenerezza o di noia, in un sorriso o in uno sguardo goloso, sensuale e accattivante o perversa e disgustante. Che sia Rocco Expo, come in questa esposizione alla Villa Comunale di Frosinone, dal 21 al 28 aprile 2015, o Rocco Fluo dal nome della mostra del 2014, il suo programma artistico e’ il trionfo del colore, il contrasto tra i verdi e i rossi spesso nello stesso volto dipinto, o nelle figure appaiate, gli occhi enormi, pieni di vita e di sentimento, le bocche semiaperte in attesa di baci. Al centro della tela, giorno dopo giorno, scorrono vite di donne che alternano amori e disoccupazione, entusiasmi improvvisi, resurrezioni e futuri insostenibili. Paesaggi di una semplicità’ complessiva, fragili ma determinati, che non mortificano mai le attese. Con una voglia comunque di sorridere, di non prendersi sul serio, di consolarsi beffando l’attualità’, di rifugiarsi nella contemplazione del presente con quell’amarezza lucida che risveglia di colpo la coscienza.
Una pittura che risente profondamente degli anni trascorsi a Parigi, dell’Art Deco, del neo-espressionismo e del surrealismo, da quella forma d’arte in qualche modo metafisica che contraddistingue le sue prime opere, da quelle immagini che rappresentano soggetti prodotti dalla distorsione della realtà’ che soltanto il sogno può’ produrre. E poi, dalla fase dell’illustrazione, dalla produzione di opere destinate alla pubblicità’, e pertanto più’ legate ai suoi studi all’Accademia di Belle Arti di Roma, dove si e’ laureato in Scenografia. Ma il suo percorso artistico, in questi ultimi 15 anni di vita in Italia, lo ha condotto alla produzione di oggi, allo studio del colore e della luce, alla passione per la figura che ha sviluppato il suo talento in questa importante sperimentazione pittorica. E allora, una volta tanto, viva la realtà’.
Il curatore della mostra
Alfio Borghese